Glaucoma e nutrizione clinica

Ultimo aggiornamento il 7 Giugno 2022

INTRODUZIONE (a cura dello staff della redazione)

Quanto incide la modifica dei “fattori ambientali” nella prevenzione di una patologia? 

Sappiamo che lo stile di vita, l’esercizio fisico e l’alimentazione influenzano il possibile manifestarsi di svariate malattie.

Tutto ciò è vero anche per il glaucoma?

È possibile prevenire il glaucoma e, nel caso in cui già sia stato diagnosticato, gestirlo anche attraverso l’alimentazione?

Vediamo cosa ci dice la ricerca scientifica: ce ne parla in questo articolo il dottor Domenico Basta, biologo nutrizionista e ricercatore, che si occupa in particolar modo di nutrizione clinica, ovvero di approccio nutrizionale terapeutico per le patologie e i loro sintomi associati. 

Spiegheremo così, in maniera semplice e sintetica, se e come un’alimentazione specifica possa incidere sull’insorgenza e la gestione di questa patologia dell’occhio molto diffusa.

Proseguendo la lettura viene esposto l’approccio della nutrizione clinica in relazione al glaucoma e alla sua prevenzione.

Indice:

Articolo a cura del dr. Domenico Basta, nutrizionista clinico

La patologia

Secondo recenti stime in Italia sono circa 550.000 i pazienti accertati (fonte: S.O.I,), un dato che sta crescendo di pari passo con una maggiore conoscenza del problema ai diversi livelli scientifici e sociali.

Ma si calcola a livello statistico che siano almeno il doppio le persone che abbiamo tale patologia, quindi parliamo di oltre 1 milione e 200mila persone (fonte: I.S.S.), quindi ci sono altre 500mila e passa persone che ancora non sanno di avere il glaucoma.

Il glaucoma può comparire a ogni età, ma è 6 volte più frequente tra i soggetti con più di 60 anni.

I glaucomi sono classificati come:

  • Glaucoma ad angolo aperto
  • Glaucoma ad angolo chiuso

Prevenzione

La rilevanza dei fattori "ambientali"

Sebbene la riduzione della pressione intraoculare (IOP) attraverso farmaci, laser o chirurgia rimanga il mezzo principale per il trattamento del glaucoma, nell’ultimo decennio vi sono prove crescenti che fattori modificabili dall’ambiente possono aiutare a prevenire il glaucoma o la sua progressione attraverso diversi meccanismi che possono o meno implicare l’abbassamento della IOP.

Inoltre, i pazienti sono sempre più interessati a mantenere uno stile di vita sano e ad assumere un ruolo attivo nella gestione della loro malattia.

Pertanto, lo scopo di questa revisione è riassumere le attuali prove relative a fattori modificabili dal punto di vista ambientale come lo
stile di vita, l’esercizio fisico e l’alimentazione nella patogenesi del glaucoma.

Recenti scoperte

Nell’ultimo decennio, ampi studi sulla popolazione hanno aiutato a identificare possibili fattori protettivi e di rischio modificabili dal punto di vista ambientale per quanto riguarda la malattia glaucomatosa.

Fattori ambientali modificabili come stile di vita, esercizio fisico e alimentazione possono svolgere un ruolo nella patogenesi del glaucoma.

Dovrebbero essere incoraggiati ampi studi prospettici con follow-up a lungo termine per corroborare questi risultati, che potrebbero guidare i trattamenti futuri per i pazienti, alcuni dei quali potrebbero non essere limitati alla riduzione della IOP (1).

Regole d'oro

  • Non fumare
  • Esercizio aerobico moderato
  • Mantenimento di un peso corporeo adeguato
  • Dieta equilibrata specifica in alcuni micronutrienti*

* Una dieta che includa verdure a foglia verde, acidi grassi omega-3 e un’assunzione moderata di tè e caffè caldi può essere protettiva contro lo sviluppo del glaucoma o la sua progressione.

Non esiste una dieta ideale per chiunque; ci sono linee guida generali e caratteristiche che una buona dieta deve avere, ma è pur sempre relativa al singolo soggetto e alle sue specificità.

I nutrizionisti di Polimedica prescrivono Diete personalizzate, realizzate ad hoc in base alle esigenze, richieste e peculiarità del paziente.

PS. Ricordiamo, inoltre, che sempre nell’ambito preventivo, di fondamentale importanza è il controllo periodico dello stato di salute degli occhi e della vista. Per questo motivo, è consigliabile sottoporsi periodicamente ad una Visita oculistica.

Supplementazione di antiossidanti

Premesso che il fattore di rischio più importante è la pressione oculare elevata, bisogna anche dire che un terzo dei casi viene osservato in pazienti con pressione oculare normale. Lo stress ossidativo può essere un fattore di rischio chiave non-IOP (pressione intraoculare) per il glaucoma (oltre che per la cataratta) legati all’età (2).

Si è osservato che la supplementazione (aggiunta di nutrienti alla dieta alimentare) di antiossidanti è efficace nei pazienti con alto livello di stress ossidativo, suggerendo che tale integrazione potrebbe essere un nuovo modo di combattere le malattie indotte dallo stress ossidativo sistemico e potrebbe contribuire al trattamento individualizzato di queste malattie.

Gli omega-3​

Tra le principali sostanze nutraceutiche di particolare interesse abbiamo gli omega-3, i quali:

  • Favoriscono lo sviluppo e il mantenimento dei tessuti che compongono gli occhi. 
  • Esercitano vasodilatazione e aumentano l’elasticità degli occhi (in quanto organi abbondantemente vascolarizzati da una fitta rete di capillari).
  • Riducono i danni legati all’iperglicemia.

La luteina

Un’altra componente fondamentale per il benessere visivo è certamente la Luteina. La luteina è una sostanza di origine naturale, nota per le sue proprietà antiossidanti e protettive sulla vista.

Dal punto di vista chimico, la luteina appartiene al gruppo delle xantofille, pigmenti naturali liposolubili contenuti in molti alimenti, di origine sia animale (ne è ricco il tuorlo d’uovo), sia soprattutto vegetale (spinaci, mais, cavoletti di Bruxelles).

Una volta assunta tramite la dieta, questa sostanza si concentra nella macula, cioè nell’area centrale della retina dell’occhio, dove va ad assorbire la luce azzurra naturale proteggendola dai raggi UV nocivi. L’impiego di luteina è utile in nutrizione clinica soprattutto in ambito oftalmologico, come agente protettivo nei confronti di patologie ossidative dell’occhio.

Conclusioni

La neuropatia ottica del glaucoma ha una patogenesi multifattoriale, incluso lo stress ossidativo. L’approccio nutraceutico, in particolare l’utilizzo di molecole con forti effetti antiossidanti, può rappresentare una soluzione praticabile nel complesso trattamento del glaucoma e ancor più nella sua prevenzione (3).

Note bibliografiche

  1. Jabbehdari S, Chen JL, Vajaranant TS. Effect of dietary modification and antioxidant supplementation on intraocular pressure and open-angle glaucoma. 2 Eur J Ophthalmol. 2021 Jul;31(4):1588-1605. doi: 10.1177/1120672120960337. Epub 2020 Oct 2. PMID: 33008269.
  2. Perez, Claudio I., Kuldev Singh, and Shan Lin. “Relationship of lifestyle, exercise, and nutrition with glaucoma.” Current Opinion in Ophthalmology 30.2 1 (2019): 82-88.
  3. Neacşu A, Oprean C, Curea M, Tuchilă G, Trifu M. [Neuroprotection with carotenoids in glaucoma]. Oftalmologia (Bucharest, Romania : 1990). 2003 3 ;59(4):70-75. PMID: 15083692.

Professionalità Polimedica

Questo articolo è stato scritto da un nutrizionista clinico che opera nella Polimedica di Melfi, in Basilicata.

Qui, ci poniamo l’obiettivo di seguire il paziente con un approccio multidisciplinare. Questo significa che la visita, l’esame o la terapia a cui accede il soggetto non rimane isolata, ma fa parte di un insieme di prestazioni, anche di branche diverse, che mirano ad offrire un servizio a 360° e su misura in chiave di prevenzione, diagnosi e terapia. 

Il caso del trattamento del glaucoma, è un esempio di questa metodologia multibranca: se da un lato il nutrizionista può offrire valide soluzioni di prevenzione, lo specialista di oftalmologia che opera nel nostro ambulatorio di Oculistica ha il compito di diagnosticare la patologia e seguire il paziente colpito da essa. Per scoprire le diverse prestazioni di Oculistica clicca qui.

dr. Domenico Basta, nutrizionista clinico

Articolo a cura del dr. Basta

Nutrizionista clinico, epidemiologo e biologo, già ricercatore in epidemiologia, sanità pubblica e medicina preventiva.

Si occupa di ricerca clinica nel campo dell’epidemiologia, sanità pubblica e medicina preventiva in termini di malattie croniche non trasmissibili e malattie infettive. In precedenza, si è occupato anche di ricerca e studio nel campo dell’igiene e tossicologia con particolare interesse ai contaminanti alimentari.

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