La riabilitazione nell’instabilità di spalla

Ultimo aggiornamento il 5 Maggio 2021

Articolo a cura dei fisioterapisti di Polimedica con la supervisione del dottor De Rosa, specialista in Fisiatria.

INTRODUZIONE

Questo articolo fornisce utili indicazioni sulla riabilitazione fisioterapica in caso di lussazioni e sublussazioni, conseguenze diffuse causate dall’eccessiva mobilità della spalla.

Una volta fornito il quadro generale su questa articolazione e sulle sue peculiarità, l’articolo si concentra sul ruolo della fisioterapia e sulle 4 fasi del programma riabilitativo.

Proseguendo la lettura dell’articolo, tutto ciò che c’è da sapere sulla riabilitazione nell’instabilità di spalla.

In questa pagina trovi informazioni utili e attendibili. Spieghiamo in modo semplice le cose principali da sapere riguardo a questo argomento.

Indice:

La mobilità della spalla

La spalla è un’articolazione che consente una mobilità superiore a quella di qualsiasi altra articolazione del corpo, sacrificando quindi la stabilità per la mobilità.

Un certo grado di lassità in questa articolazione è fisiologica. Si parla di instabilità quando il paziente descrive sintomi quali “spalla sfuggente”, “che cede” o “dolorosa”. L’instabilità viene quindi definita come una traslazione non voluta, della spalla, avvertita dal paziente.

Lussazioni e sublussazioni

L’eccessiva ipermobilità della spalla può essere traumatica, ad esempio a seguito di incidenti, o atraumatica, ad esempio causata o da una lassità generalizzata del tessuto connettivo che la circonda o da microtraumi dovuti ad attività ripetitive; le sue conseguenze consistono in lussazioni o sublussazioni, nonché ad una perdita totale o parziale dei rapporti a livello dell’articolazione gleno-omerale. 

Prima di scendere nei dettagli delle instabilità, è bene sottolineare come la spalla sia un’articolazione soggetta anche ad altri tipi di problematiche. Di seguito il link per un articolo dedicato alla Spalla congelata.

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IMPORTANTE

Il Fisiatra è il medico specialista in Medicina Fisica e Riabilitativa; è il principale attore del progetto riabilitativo individuale.

Prima di iniziare il programma fisioterapico post-intervento, è necessario effettuare una visita fisiatrica, propedeutica per valutare la perdita di funzione da parte del paziente e valutare le strategie più opportune per una efficace restitutio ad integrum (ovvero guarigione) del paziente.

Da cosa dipende la stabilità

La stabilità della spalla dipende dagli stabilizzatori statici e dinamici. 

  • Stabilizzatori statici: complesso capsulo-legamentoso.
  • Stabilizzatori dinamici: consistono fondamentalmente nella cuffia dei rotatori e nei muscoli propri della spalla. È su queste componenti muscolari che si può (e si deve) agire, in caso di instabilità di spalla, tramite un programma riabilitativo di rinforzo della muscolatura per contrastare, appunto, l’eccessiva lassità delle strutture capsulo-ligamentose.

Classificazione delle instabilità

L’instabilità viene classificata come:

  • multidirezionale;
  • unidirezionale (anteriore, posteriore, inferiore). L’instabilità anteriore è quella più frequente.

Per valutare l’instabilità vengono effettuati specifici test da parte del fisioterapista.

APPROFONDIMENTO: CONSEGUENZE DI UNA LUSSAZIONE GLENO-OMERALE

Una lussazione o sublussazione, a volte, può determinare lesioni della testa omerale (lesione di Hill-Sachs) o del labbro glenoideo (lesione di Bankart).

La diagnosi deve essere effettuata da un medico previa esecuzione di una radiografia (consulta le prestazioni di Diagnostica per immagini di Polimedica) con particolari proiezioni; in tal caso, prima di iniziare il trattamento riabilitativo, l’opzione chirurgica sarà inevitabile, al fine di evitare complicanze maggiori neurovascolari.

Trattamento riabilitativo nell’instabilità anteriore di spalla

Poiché la recidiva è la complicazione più frequente, l’obiettivo della riabilitazione è ottimizzare la stabilità della spalla riducendo di conseguenza il tasso di recidive. Per arrivare a ciò, il programma riabilitativo deve incentrarsi prevalentemente sul rinforzo muscolare del cingolo scapolare e quindi della cuffia dei rotatori e degli stabilizzatori della scapola.

Le fasi del programma riabilitativo

È possibile suddividere il programma riabilitativo in diverse fasi.

Prima fase

Nella prima fase potrebbe essere richiesta l’immobilizzazione in reggi-braccio per un mese – un mese e mezzo. È essenziale, inoltre, evitare le manovre di provocazione e ridurre il dolore attraverso l’ausilio di terapie strumentali.

Già in questa prima fase, è possibile iniziare il rinforzo degli stabilizzatori scapolari ed il rinforzo della presa, a tal proposito può essere utile anche l’elettrostimolazione.

Seconda fase

Nella seconda fase si procede con gli esercizi di rinforzo degli stabilizzatori e della cuffia dei rotatori sia in catena cinetica chiusa, ovvero con estremità distali bloccate, che aperta, ovvero con le estremità libere di muoversi nello spazio.

Nella progressione degli esercizi è possibile usufruire di manubri e pesetti per aumentarne la difficoltà.

Terza fase

Nella terza fase si prosegue con il rinforzo attraverso l’utilizzo di elastici colorati (theraband) a resistenza via via crescente, concentrandosi su movimenti di intrarotazione ed extrarotazione.

Tali elastici permettono di attivare i muscoli sia con una contrazione concentrica (in accorciamento) sia con una eccentrica (in allungamento) nonché la contrazione che genera più forza in assoluto tra tutte.

Immagine, con logo di Polimedica Melfi, con una doppia foto che ritrae una fisioterapista che fa eseguire ad un paziente degli esercizi di rinforzo attraverso l’utilizzo di elastici colorati (theraband). Foto di accompagnamento all'articolo dedicato a La riabilitazione nell’instabilità di spalla.

Quarta fase

Nell’ultima fase è possibile anche iniziare un programma di controllo neuromuscolare e di propriocezione attraverso movimenti estremamente dinamici quali, ad esempio, il lancio e la presa di una palla contro il muro o contro il pavimento, o esercizi di stabilizzazione ritmica con l’ausilio di una fitball.

Immagine, con logo di Polimedica Melfi, con una doppia foto che ritrae una fisioterapista che fa eseguire ad un paziente degli esercizi di stabilizzazione ritmica con l’ausilio di una fitball. Foto di accompagnamento all'articolo dedicato a La riabilitazione nell’instabilità di spalla.

Professionalità Polimedica

Una team al servizio di ogni paziente: in Polimedica, il gioco di squadra fa la differenza. Questo perché il paziente è seguito da diverse figure sanitarie dell’area muscolo scheletrica, dal medico fisiatra al fisioterapista.

Articolo realizzato con la supervisione del dott. Riccardo De Rosa

Medico chirurgo specialista in Medicina Fisica e Riabilitativa, con esperienze formative e professionali in Italia e all’estero.

Direttore Tecnico del Polo sanitario “La Filanda” di Sarno (SA) e consulente professionale del Centro “CE.FI.SA.”.

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